Oltre i limiti del destino: Tazio Nuvolari

OLTRE I LIMITI DEL DESTINO: TAZIO NUVOLARI – scritto da FILIPPO GAMBA
Venne soprannominato in tanti modi, egli è un’autentica leggenda le cui gesta
proverò a narrare “con gli occhi di un fanciullo che assiste alla sua prima gara”
(Enzo Ferrari), visto che, avendo appena sedici anni, dovrei riuscire a coniugare una
visione innocente di bambino, dove non c’è pericolo, solo emozione e passione,
con una visione realista più grande, quindi poter percepire il pericolo della
meccanica e il valore indelebile del tempo che scorre ininterrotto negli anni, dove
l’unico fattore in costante crescita è la passione, che fa muovere la penna sul foglio
per scrivere questi testi.
Questi pilota rimane (rimarrà, si spera) nella memoria anche dopo più di 70 anni, e
sarà sempre raccontata la sua storia, storia che parla di un autentico eroe, che
corre senza esitazione né paura, perché ha sempre corso: “oltre i limiti del destino”
su strade sterrate, con un bordo carreggiata ,direi, a tratti inesistente su vetture
che purtroppo, anzi molto spesso ,sono diventate un letto di morte imbottito di
benzina e rivestito di lamiera rossa, bulloni e pneumatici.
Questo teorema del rischio e del pericolo vale per tutti i piloti dall’alba dei tempi,
tranne per Nuvolari, lui aveva, come disse Lucio Dalla, un talismano contro i mali.
Egli è rimasto vittima di diversi incidenti anche gravi e ne è uscito illeso, non si
potrà dire così della sua salute in età avanzata e nemmeno di sua moglie e dei suoi
figli, ma pensare anche dopo settant’anni il suo mito rimane immortale e indelebile
fa venire quasi la pelle d’oca!
Forse perchè anche al solo sentire nominare Nuvolari viene sempre in mente un
qualcosa di leggendario, di immenso, di super leggero, come una nuvola (così come
il suo peso estremamente contenuto), e infonde l’idea di un qualche cosa di super
veloce… dopo tutto lui non rallentava mai di netto, con le sue famose “sbandate
controllate” delle quali parlerò dopo, che sono state una concezione differente
negli stili di guida perché come tutte le scuderie di allora si cercava l’evoluzione
tecnica in una maniera estremamente libera, senza limiti… che anni fantastici!
Ripercorrendo le vicende di Nuvolari ci sarebbe davvero molto da dire, a partire
dalla sua storica rivalità con il compagno Achille Varzi, descritto da Enzo Ferrari più
freddo e preciso dal punto di vista della guida, tanto che vennero create due
“correnti”, quella dei Nuvolariani e quella dei Varziriani, estese a livello addirittura
europeo.
Racconterò un episodio avvenuto alla Targa Florio, quando, in partenza dal Nord,
Ferrari disse al Mantovano: “Ho prenotato anche il biglietto di ritorno dalla Sicilia” e
Nuvolari ribatté : “ Mi avevano detto che eri un bravo amministratore, invece mi
accorgo che non è vero, bisogna prevedere di rientrare da una gara in un baule di
legno, inoltre chiese a Ferrari un meccanico che pesasse poco da poter portare in
seconda (La Targa Florio va corsa sempre in doppia), e una volta arrivati alla
partenza Nuvolari chiese al giovane meccanico (tale Gigione Arcangeli) se avesse
paura, e prima di partire gli disse che ogni qualvolta si fosse messo a urlare prima di
una curva (per avvertirlo in caso di una ipotetica uscita di strada ) il giovane si
sarebbe dovuto gettare sotto il cruscotto per fare in modo che la cèntina lo
proteggesse in caso di ribaltamento della vettura: quando poi tornò a casa Ferrari
gli chiese: “com’è andata” e lui rispose “Nuvolari incominciò a gridare alla prima
curva e terminò di farlo all’ultima, stetti tutto il tempo rannicchiato sotto al
cruscotto”.
Un secondo episodio, sempre durante la corsa siciliana, quando Nuvolari e Varzi
sulla stessa vettura persero il controllo, scivolarono causa sterrato irregolare e
finirono in un fosso relativamente profondo, Varzi uscì quasi illeso e incominciò a
chiamare Tazio ad alta voce parecchio preoccupato poiché si trovava sotto la
vettura distrutta e ribaltata, sul fondo del fossato. Ad un certo punto Achille vide la
testa di Tazio sbucare dalle lamiere rosse e con il dito di fronte alla bocca gli fece
capire di zittire e a bassa voce gli disse: “vieni qui e fai silenzio, c’è un Nido di
quaglie con i quagliotti appena nati”… Questo era Tazio Nuvolari!
Ferrari disse di lui:
Nessuno, comunque, riuscì più a imitare la sua tecnica nelle sterzate con sbandata
controllata, ci provarono in molti però “telegrafando” con il pedale e mai con tutta
la forza e a tavoletta come lui, lui riusciva ad avere un coraggio disumano e una tale
sensibilità nella sterzata che più tardi, quando lo schema sospensivo per ogni ruota
divenne indipendente e la pressione delle gomme si stabilizzò, nessuno riuscì più
ad eseguire tale manovra, solo accennando una derapata con qualche netto colpo
di volante sempre con il massimo della potenza disponibile, la sua tecnica rimase
comunque…
“Un prodigio insuperato dell’istinto ai limiti delle possibilità umane e delle leggi
fisiche”
Filippo Gamba